Kiss me goodnight
Debiti ficcynosi - Kimbnr: (Yami no Matsuei), Tsuzuki/Hisoka, Ombre
Dividere la camera d’ospedale con Tsuzuki vuol dire avere continuamente gente tra i piedi: da tutti gli uffici del Meifu arriva sempre qualcuno, ad ogni orario di visita; il problema è che Hisoka non ne può più: è già fin troppo agitato di suo, per sopportare le ondate emotive che varcano quella soglia di continuo!
La notte dovrebbe essere il solo momento di riposo, perché Tsuzuki non fa che dormire, da quando Tatsumi li ha trascinati fuori dal laboratorio, ma gli incubi lo perseguitano. Muraki è morto, morto, continua a ripetersi, ma qualcosa continua a tormentarlo e non gli permette di dormire: rimane sveglio nel buio e solo il respiro del suo pater, nel letto accanto, riesce a tranquillizzarlo, a fargli pensare che non è solo e che Muraki è morto e invece Tsuzuki è lì, accanto a lui.
– Non riesci a dormire?
– Ti sei svegliato, finalmente! – esclama, ma il sollievo nella sua voce, come sempre, suona come un rimbrotto.
– Non si sgridano gli ammalati! – piagnucola infatti Asato.
– Cretino…
Eppure la paura del buio e gl’incubi sono spariti; sente dal rumore delle molle del letto che Tsuzuki si sta alzando e, prima ancora di rendersene conto, vede il suo viso chino su di lui.
– N-non dovresti alzarti – lo rimbrotta, sperando che non senta il batticuore che gli sta rimbombando nelle orecchie; da un lato spera che non si ricordi quel che gli ha detto mentre erano nel laboratorio, dall’altro spera di sì e ha paura di come questo potrà cambiare le cose.
Tsuzuki sorride come sempre, può vederlo anche nella penombra della stanza, gli rimbocca le coperte e si china a baciargli la fronte.
Vorrebbe dire Non sono un bambino!, ma si sente di colpo così felice che le parole non ne vogliono sapere di uscire di bocca.
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