Il piano B di Natale

Calendario dell'Avvento 2008, 10 dicembre: "Non preoccuparti della dimensione del tuo albero di Natale. Agli occhi di un bambino sono tutti alti 10 metri." (Larry Wilde)

– Oh. Cazzo.
Sirius era così sconvolto che lasciò cadere in terra il sacchetto della spesa.
– Non voglio sentirti dire parolacce, c’è il rischio che Teddy le impari! – lo sgridò Remus, arrivando alle sue spalle. Poi si fermò di botto – Sirius… dov’è l’albero?
– A… allora. È andata così – rispose l’uomo, farfugliando pericolosamente. Quando Black farfugliava, voleva dire che aveva compiuto qualcosa di tremendo – Stavo cercando di far accendere quelle stupide luci, ma loro non volevano. Quindi ho pensato di usare la magia. E quelle sono… hanno fatto bum!
– Bum.
– Esatto! E l’albero si è… insomma, carbonizzato.
– Come la cena.
– … il mio arrosto era croccante, Moony, finiamola con questa storia!
– Noi maghi abbiamo un incantesimo molto utile che, sebbene venga rinnegato con forza dal tuo animo distruttore, funziona anche con la tua bacchetta: si chiamareparo. Perché cazzo non l’hai usato, Sirius? Dove hai buttato i resti, ora?
– Non li ho buttati! – gemette Black – Sono spariti!
– Non hanno gambe per fuggire, né ci sono finestre che possono averli fatti volare via!
– Li hanno fatti sparire, Moony!
– Quale ladro con un minimo di dignità entrerebbe qui dentro?! Per rubare della polvere carbonizzata, poi! – pausa – Oh no… stamattina è passata Andromeda.
– A fare cosa?
– Le pulizie. Dice che non siamo in grado di farle e quindi, una volta a settimana, passa lei a farle. Ed è passata stamattina.
– Il nostro albero! – gemette Sirius.
– Prima lo carbonizzi e poi lo chiami così?! – sbottò Remus, esasperato – Come diamine facciamo, Pad? È la vigilia di Natale, Teddy tornerà a casa tra un’ora e siamosenza albero! E senza soldi, tra l’altro: quanto ti è rimasto?
Sirius gettò un’occhiata al portafogli e sbiancò – D’accordo: piano B!
– E quale sarebbe?
– Beh ma aiutami anche tu, ogni tanto!
Remus crollò affranto sul divano: non era possibile; d’accordo, non navigavano nell’oro, ma almeno albero, regali e cenone, una volta l’anno, poteva permetterselo… E ora? Il vecchio albero era spennacchiato, ma era quello di Tonks e Teddy non aspettava altro che addobbarlo ogni anno – Sono un padre orribile – gemette – E tu! – ringhiò, all’indirizzo di Sirius – Tu sei spacciato!
– Ho il piano B! – gridò Black, lanciandosi fuori dal salotto – Fidati di me, Moony!
– Neanche se fosse l’ultima cosa che mi rimane da fare!
Ma Sirius era già uscito dalla porta e Lupin poté solo sperare che non si rompesse la testa mentre correva giù dalle scale.

~*~

Teddy fissava l’albero nuovo che scintillava nel salotto.
– Visto che sei andato a vandalizzare una proprietà pubblica, potevi almeno rubarne uno più alto – sibilò Remus, fissando sconsolato l’abete-nano a cui avevano tentato di dare dignità issandolo su un enorme vaso di terracotta.
– Poi non potevo nasconderlo sotto il mantello! – si difese Black.
– Tanto valeva un bonsai…
– È grandissimo! – esclamò in quella Teddy, ripresosi dalla sua contemplazione silenziosa.
No, è solo un alberello rachitico, avrebbe voluto rispondere Lupin; poi però pensò l’albero era più alto di suo figlio di una decina di centimetri e le fronde erano piene e folte, come se l’abetino tentasse di darsi più importanza, spiegandole al meglio in tante paffute braccia verde cupo; e poi Teddy aveva quattro anni e, a quell’età, ogni albero di Natale è il più alto e il più grande di tutti.
– Il tuo piano B ha funzionato – ammise, poggiando una mano sulla spalla di Sirius.
– Ovvio che sì – rispose quello, orgoglioso di sé.
– Ma devo informarti che i bambini crescono in fretta. La prossima volta ti conviene portarti avanti col lavoro e prenderne uno davvero alto, Teddy non rimarrà così basso in eterno.
– Ne riparleremo il prossimo anno – tagliò corto Sirius, la cui soddisfazione non poteva essere scalfita da nulla.
– Suona tanto come una minaccia… – sospirò divertito Remus.
Squadrò l’alberello mignon che scintillava, assolutamente convinto di sé, e suo figlio che lo fissava con adorazione.
Massì, per quell’anno il Natale era salvo.


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