Long Way Home ~ Capitolo 48: L'ultima notte

Mezza Tabella Maledetta TRC Seishiro, 48. Caffè

– Finito?

L’alta figura di Fuma era uscita dal buio del loro sedicente salotto, leggermente curva, quasi stanca – Più o meno.

– Sai già dove ti spedirà la Strega?

– Tu hai già lavorato per lei, niisan – rispose il ragazzo, sedendosi – E sai che è meglio, per la propria incolumità mentale, non sapere prima in quale landa perigliosa ti sbatterà di lì a poco!

Seishiro scoppiò a ridere – L’ho quasi dimenticato, sai?

Fuma lo guardò soprappensiero: no, non ce lo vedeva proprio, suo fratello, chiuso in quella catapecchia senza neanche la corrente elettrica – Non ti manca?

Il maggiore lo guardò sorridendo – Caffè?

 

~*~

 

– Sono incredulo di tanta magnanimità – commentò Fuma, sorseggiando il caffè dalla sua tazza.

– Sei il mio unico fratello e me l’hai regalato tu – rispose Seishiro, a mo’ di spiegazione; gli era mancato da morire quel sapore amaro.

– Che pensi di fare?

Lo sguardo che il fratello sollevò su di lui mozzò per un istante il sorriso a Fuma – Dimmelo tu, Fu-chan.

– Non ti ci vedo qui dentro.

– Anche Subaru-kun ha detto che è star qui io e Kamui è come tenere due gatti in un pollaio.

– No, non parlavo di loro. Parlavo di te.

Seishiro lo guardò come a dire che aveva capito benissimo.

– Subaru-san mi sembra il tipo capace di seguirti dappertutto.

– Mi dispiace di non poter dire lo stesso del tuo gatto, Fu-chan.

Il ragazzo rise, un po’ amareggiato – I gatti non si addomesticano, avevi ragione tu.

– Lo so bene – commentò Seishiro – Perché, a modo mio, sono un gatto anch’io.

– Per questo ti dico che non ti ci vedo qui dentro.

L’altro cacciatore finì il suo caffè e gli accarezzò i capelli, per la prima volta da quando l’aveva lasciato bambino – Vai a dormire, Fu-chan. Va’ a capire dove ti spedirà quella donna disgraziata, domani, meglio se parti riposato.

 – Niisan?

Seishiro si fermò sulla soglia, nella flebile luce del camino che si spegneva – Sì?

Una volta, da bambino, avrebbe voluto chiedergli Non andare: adesso, invece, voleva solo pregarlo di non rimanere; ma adesso, come allora, sapeva che suo fratello non gli avrebbe dato ascolto: avrebbe fatto esattamente quel che voleva, esattamente come e quando voleva. Non c’era da preoccuparsi – Buonanotte.

Il maggiore gli sorrise: forse aveva capito, forse no – Buonanotte.


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