Long Way Home ~ Capitolo 43: Il cioccolato è la prova che Dio vuole che l’uomo sia felice

Mezza Tabella Maledetta TRC Seishiro, 10. Cioccolato

Quando rimise piede in cucina, Seishiro si soffermò un istante a guardare la scena: Subaru sedeva impacciato al tavolo, guardando Fuma che disponeva i biscotti sulla teglia, e chiacchieravano; era un’immagine incantevole, si accorse, e aveva un’aria di famiglia che non respirava da secoli.

– Oh, niisan – esclamò l’altro Cacciatore – Come diavolo fai a cucinare con quell’affare?

Il maggiore dei due fratelli alzò gli occhi al cielo – È tutta questione di farci la mano – rispose, prendendo la teglia e sistemandola nel forno.

– Credo che Subaru-san voglia sapere se hai già mangiato suo fratello o se aspetterai di farlo ingrassare un po’, prima di imbandircelo per pranzo – disse Fuma, ridendo.

– No, temo mi risulterebbe orrendamente indigesto – rispose Seishiro, fingendosi offeso – È fuggito in giardino; dev’essere una passione in comune, anche Subaru-kun ci passa le ore.

– Posso…? – fece il vampiro, alzandosi.

– Aspetta – lo fermò Fuma – Portagli qualcosa da mangiare, quando è a digiuno è intrattabile! Hai mica del latte, niisan?

 

~*~

 

Quando il vampiro uscì con la sua tazza di latte caldo, chiudendosi il portone alle spalle, Fuma si sedette, guardandosi intorno: doveva essere trascorso molto tempo, da quando lui aveva sostato per la prima volta tra quelle mura; l’ambiente era, nel complesso, rustico e un po’ malandato, di certo un’offesa per gli occhi di suo fratello, ma non si stupiva della sua determinazione a rimanervi. Osservò in silenzio le sue spalle, constatando quanto Seishiro avesse ancora l’aspetto di un adolescente; aveva visto centinaia di cose bizzarre, nel suo viaggiare, ma nulla riusciva a trasmettergli una sensazione di incredulo stupore pari a quella di vedere come il suo eroe dell’infanzia, gigantesco nella sua mente, fosse ora un ragazzino poco più grande di Kamui. La voce, i modi, erano sempre gli stessi, ma si stupiva, forse perché era la prima volta che aveva il tempo sufficiente per osservarlo, del fatto che adesso, agli occhi degli altri, potesse sembrare lui, Fuma, il maggiore.

– Sei arrabbiato perché ti ho portato qui il piccolo rompiscatole, niisan?

– No – rispose Seishiro, armeggiando con il fuoco – Lo aspettavo. È facile prevedere le mosse di un tipo come lui, perciò ho deciso di rimanere qui: ci avrebbe dato la caccia in tutti i mondi, quindi tanto valeva mettersi comodi ed aspettarlo.

– Comodi? – sghignazzò Fuma.

Il fratello si voltò con un ghigno – Se sono finito in una catapecchia, invece che nel delizioso cottage che mi era stato descritto, non è colpa mia, Fu-chan.

– Beh, quando l’ho usato io, era un grazioso edificio immerso nel verde.

– Beh, quando l’ho trovato io, era un orrido capannone con il tetto mezzo sfondato e l’erba che cresceva rigogliosa tra le assi del pavimento.

Fuma rise, divertito, anche perché Seishiro non sembrava davvero arrabbiato – Ti ho portato un regalo per farmi perdonare, infatti.

Il maggiore incrociò le braccia – Dimmi che è un appartamento decente in un mondo leggermente più civilizzato.

– Sei sempre troppo pretenzioso, niisan – commentò l’altro Cacciatore, frugando nella sua sacca – Non voglio immaginare che vita terribile tu stia facendo fare a Subaru-san.

– Lo tratto più o meno come facevamo con la mamma.

– Oh cielo, sei mica complessato, niisan?

– No, e ho ancora la forza di prenderti a sculacciate, Fu-chan.

Dio, quanto gli era mancato tutto quello, pensò Seishiro con una stretta al cuore. Un grosso involto volò tra le sue braccia: lo osservò, rigirandosi tra le mani il pacco di carta marrone, scura, legata con lo spago e lo posò sul tavolo per svolgerlo – Ok, non è il meraviglioso servizio da tavola che avevamo a casa.

– No, ma questo ti renderà sopportabili persino i bicchieri di legno.

Seishiro lo fissò scettico – Questo non è scientificamente possibile, Fu-chan – la carta si lacerò e gli rivelò un enorme quantitativo di bustine di cioccolato in polvere, vanillina, caffè e, gioia delle gioie, tavolette di cioccolato di tutte le qualità.

Fuma giurò di aver visto brillare delle lacrime negli occhi del fratello – È o non è meglio di un appartamento, niisan? Tu sapresti vivere in tenda, ma non sei fisicamente in grado di sopravvivere senza cioccolato!

Seshiro sorrise estatico – Adesso sento di poterti perdonare persino di aver portato qui quella specie di gattaccio isterico!

 


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