Long Way Home ~ Capitolo 38: Battito

Mezza Tabella Maledetta TRC Seishiro, 09. Fuochi d'artificio

L’inverno, in quel mondo così rurale e pacifico, parve durare un’infinità.

Il freddo era un’ottima scusante per rimanere quasi tutto il giorno in casa, impegnati a leggere i libri che il Cacciatore aveva portato con sé (diari di viaggio, libri di miti e leggende, ed altri che faceva piacere prendere in mano anche una seconda volta, perdendosi nella narrazione di mondi lontani), oppure ad imparare a cucinare, per il gran divertimento di Seishiro, oppure soltanto a scambiarsi effusioni, che facevano apparire persino la vecchia poltrona sfondata del salotto un posto confortevole.

Quasi non si accorsero, dunque, dello scorrere del tempo, finché una mattina si accorsero che la neve intorno alla casa iniziava a sciogliersi e che, al mercato, dove si recavano ogni tanto insieme, sui banchi iniziavano ad apparire le prime verdure; si trattava di piante che nessuno dei due aveva mai visto, e Subaru trovava meravigliosamente comico il modo in cui Seishiro si tentava di riprodurre le sue ricette con cose di cui non conosceva il sapore.

– Non ridere tanto, Subaru-kun – si lagnava il Cacciatore, rimestando sconfortato la zuppa nella pentola – Se questa roba è immangiabile come temo, oggi saltiamo il pranzo!

– Non è un problema, per me – si scusava subito il vampiro, senza riuscir a cancellare del tutto il sorriso – Mi dispiace solo che tu ti preoccupi tanto.

Seishiro gli scoccava uno sguardo sornione – Vuoi provare a vivere di solo amore, Subaru-kun? Io sono più che d’accordo, sai?

L’altro ragazzo, allora, diventava rosso scarlatto e si nascondeva dietro il primo libro che gli capitava tra le mani.

E pensare, si diceva Seishiro tornando alla zuppa, che il loro rapporto era quanto di più platonico avesse mai sperimentato per un tempo così lungo; per assurdo, i momenti di maggiore intimità che riusciva ad avere era quando, ogni tanto, mordeva il collo dell’altro vampiro, e tutto questo gli sembrava incredibilmente assurdo: erano soli, chiusi in casa da settimane, di quale altro incentivo aveva bisogno quel benedetto ragazzo per lasciarsi andare un po’?

Però poi si rendeva conto, lasciando scivolare lo sguardo su quella figuretta esile, tutta incantata nella lettura o nell’osservare i suoi movimenti, che non aveva neppure mai avuto a che fare con qualcuno per così tanto tempo, né aveva mai incontrato una persona così pulita, semplice, da impedirgli approcci più diretti. A Subaru bastava davvero sedere sulle sue ginocchia, con il capo posato sul suo petto, e giocherellare con le sue mani per essere… felice, soddisfatto; era una sensazione che lui aveva provato di rado, sempre teso in avanti, in cerca di qualcosa, a cui non sapeva neppure dare un nome o una forma. Perciò si beava di quel volto sereno, sorridente, che in un certo senso placava anche lui, e lasciava scorrere il tempo senza contarlo più.

 

~*~

 

– Seishiro-san! Seishiro-san!

Avrebbe dovuto ricordargli che quell’onorifico non gli piaceva, si disse, ma la lista della spesa, in quel momento, era più importante: quello sarà anche stato un mondo tragicamente arretrato, ma la ressa del mercato non aveva nulla da invidiare ad universi ben più progrediti – Cosa c’è, Subaru-kun?

– Ci sarà una festa, domani.

– Cioè?

– Per festeggiare l’arrivo della bella stagione. Il banditore diceva che ci sarà una grande sorpresa, prima della mezzanotte!

Il Cacciatore si disse, sarcastico, che non ci si poteva aspettare molto da una festa del genere, ma l’espressione di Subaru era così entusiasta che anche lui si sentì smuovere da una scintilla di curiosità – Vuoi andarci?

– Se non ti spiace…

– Non potrebbe mai dispiacermi fare qualcosa che ti renda felice.

Finì la frase e si accorse, sorpreso, di non aver mentito.

 

~*~

 

Come previsto, la festa fu, in un certo senso, una delusione, niente di diverso da tante altre celebrazioni viste in altri paesi simili a quello: le lanterne erano state decorate dei primi fiori che iniziavano a ricoprire campi e colline, gli stessi che le ragazze avevano usato per rendere più graziosi i loro semplici vestiti; nella piazza erano stati allestiti numerosi banchi di dolci e cibi vari, per la gioia di Subaru, che dimostrava un coraggio incantevole, per Seishiro, nell’assaggiare quasi qualsiasi cosa.

Ad un tratto, dall’alto della rustica pista da ballo che era stata allestita, il banditore annunciò che tutti dovevano avvicinarsi al fiume per assistere alla grande sorpresa allestita per la festa; Seishiro seguì un po’ scettico la folla, più preoccupato che nessuno calpestasse lui e Subaru che curioso.

Giunsero sulle rive del corso d’acqua e attesero, nel buio teso della notte; il Cacciatore si strinse nel mantello, un po’ seccato dall’umidità che pervadeva l’aria, e stava per lasciarsi andare ad un commento sarcastico, quando il primo fuoco illuminò il cielo.

– Sono fuochi d’artificio! – esclamò Subaru.

Nulla di straordinario, avrebbe voluto commentare Seishiro, ma lo sguardo gli scivolò sul viso incantato del vampiro, sugli occhi verdi che riflettevano quelle luci un po’ banali, sulle sue labbra socchiuse per la felicità, e le parole gli morirono in gola. Alzò lo sguardo al cielo e, stranamente, quello spettacolo pirotecnico gli parve meno misero, soprattutto quando la mano di Subaru scivolò nella sua, stringendola forte.

Ingoiò una boccata d'aria, umida e odorosa di polvere da sparo bruciata, e si portò la mano libera al petto, stringendo il mantello; era il rimbombo dato dall'esplosione dei fuochi, si disse: non poteva essere il suo cuore a battere in quel modo.


Su Ao3


Credits & disclaimer

Phantasma © di Michiru, dal 7 gennaio 2007
Tutte le fanfictions ed alcuni dei banner che troverete qui sono © di Michiru, le canzoni, le citazioni ed i personaggi appartengono invece ai rispettivi autori. E' assolutamente vietato prelevare qualunque cosa da questo sito senza mio esplicito permesso. Sito non a scopo di lucro.
Layout © Juuhachi Go
Patterns © Photoshop Stock