Long Way Home ~ Capitolo 36: Il carillon
A giudicare dalla frenesia con cui Seishiro lo raccolse e controllò se vi erano stati dei danni, Subaru capì che doveva trattarsi di un oggetto di valore; dal fondo di quella specie di piccola urna, il ragazzo girò una chiavetta: quando ebbe finito, premette la parte superiore dell’oggetto, che si sollevò di scatto, rivelando, al suo interno, una base dorata sulla quale due figurine danzavano, ruotando su se stesse, al suono di una musichetta sconosciuta.
– Non si è rotto – commentò Seishiro con un sospiro.
– È un carillon?
– Sì, lo usava mia madre per farmi addormentare; pur avendo una voce molto bella, non le piaceva cantare le ninne-nanne, quindi la sera dava la carica a questo e lo lasciava suonare sul mio comodino; poi, quando è nato Fu-chan è passato a lui. Me l’ha regalato quando sono partito.
Prendilo tu, disse il bambino, porgendo il carillon al fratello.
Sicuro, Fu-chan? Come farai ad addormentarti la sera?
Sono grande, adesso!, aveva risposto lui, coraggiosamente. E ti farà compagnia quando sarai solo.
Non l’avrebbe mai ammesso, ma spesso, i primi tempi dopo la partenza, aveva lasciato suonare quel carillon la sera per conciliargli il sonno, immaginando di trovarsi ancora nel letto di casa sua.
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