Long Way Home ~ Capitolo 25: Un secondo imprevisto

Mezza Tabella Maledetta TRC Seishiro, 45. Illusione

No, si disse Seishiro due giorni dopo, non ce l’aveva fatta proprio per niente.

Il problema doveva esser stato il concentrarsi ossessivamente sull’avere Subaru, e non sul dopo: non avrebbe potuto, altrimenti, chiarirsi una simile situazione.

Non che Subaru avesse tentato la fuga, anzi: sembrava avere un’espressione stranamente smarrita, ogni volta che non veniva trattenuto in qualche modo, e forse per questo Seishiro non gli aveva lasciato il polso quasi mai, né durante il primo viaggio, né quando approdarono al mondo successivo; lo aveva scelto per la sua tranquillità (Fu-chan gli aveva detto che era uno dei posti più pacifici e pieni di verde che avesse mai visto), visto che non impazziva di gioia all’idea di trovarsi circondato dai pericoli con un vampiro isterico alle costole ed un secondo vampiro del quale non poteva prevedere più di tanto le reazioni.

Si trattava di una casetta, non particolarmente grande, dalle mura di pietra, che le donavano un’immagine fiabesca, più da dimora per le bambole che altro; si trovava vicina ad un bosco, piuttosto lontana dalle altre abitazioni, disseminate nei campi, e poteva sentire lo scorrere di un ruscello lì, da qualche parte. Deliziosa, esattamente come Fu-chan l’aveva descritta; un po’ rovinata, certo, ma nulla che non si potesse riaggiustare.

Il ragazzo accanto a lui si avvicinò esitante – È… è carina – disse. Le prime parole da quando l’aveva portato via, il che era un passo avanti.

– Voglio vedere com’è dentro – rispose Seishiro; per un istante si rese conto che era illogico continuare a trattenere il suo “ospite”, ma sembrava che quel contatto non infastidisse nessuno dei due. Forzò appena il portone di legno pieno di crepe con la mano libera e quello si aprì con un atroce cigolio; l’interno era piuttosto deprimente: mobili e suppellettili erano invasi dalla polvere e persino da ciuffi di erba, che sbucavano qua e là dagli interstizi del pavimento in legno, e qualunque tessuto, fosse esso una tenda o un lenzuolo, penzolava pesantemente, saturo di polvere.

Dovevano esser trascorsi anni da quando Fu-chan ci aveva sostato.

In compenso, i muri ed il soffitto erano solidi, e la casa aveva un buon numero di stanze, malgrado sembrasse così piccola, dall’esterno: dal portone si accedeva alla sala principale, che occupava quasi tutto il piano terra e fungeva da cucina, sala da pranzo e salotto; un minuscolo stanzino là accanto, a giudicare dai mastelli, poteva esser stato una stanza da bagno o una lavanderia. Al piano di sopra, cui si accedeva mediante una scala cigolante ma in buono stato, si apriva un corridoio che conduceva a quattro stanze, tre da letto ed una adibita a probabile dispensa.

– Niente male – disse, guardandosi attorno – Certo, bisognerà dare una bella ripulita…

– Ah… – Seishiro si era voltato verso il ragazzo, cui ancora stringeva appena il polso, e lo vide arrossire, abbassando lo sguardo – Non-non sono tanto bravo con queste cose, ma… posso aiutare…

Il cacciatore si chiese, seriamente, che avesse in testa Subaru.

Insomma, era stato rapito. Per lui si era trattato solo di appropriarsi di qualcosa che desiderava, come tante volte era già successo, ma per il ragazzo… Possibile che non fosse nemmeno un po’ spaventato? Lo guardò incuriosito, e Subaru sfuggì il suo sguardo con impaccio; Seishiro gli lasciò il polso – Rimbocchiamoci le mani, allora.

 

~*~

 

Fortunatamente, muri e pavimenti erano solidi, anche se invasi di ragnatele i primi e di polvere ed erbacce i secondi; impiegarono più di una giornata a rendere abitabile il piano terra e due delle stanze al piano superiore e, quando la polvere fu bandita, Subaru fu inciampato nel secchio, finendo per lavare il pavimento con i gomiti e le ginocchia, Seishiro ebbe un attacco di tosse per le risate e la polvere, si dissero che poteva bastare. Non avevano lenzuola né altre suppellettili, perciò si arresero all’idea di dover fare acquisti nel centro abitato più vicino, e al cacciatore bastò poco per mettersi le mani nei capelli all’idea di dover tenere in casa (non usare saltuariamente, come gli era capitato fino a quel momento), a tempo indeterminato, roba del genere.

– Beh… almeno sono… sono puliti, Seishiro-san… – aveva cercato di rincuorarlo Subaru, mentre camminavano verso casa.

– È che non avevo preventivato di metter su casa – brontolò il cacciatore a bassa voce; c’erano troppe cose che non aveva preventivato, e questo lo irritava in modo spaventoso. Non aveva previsto che il vampiro sarebbe stato così assurdamente docile nel farsi catturare, e spaventosamente sulle sue durante quella strana convivenza appena iniziata; non era scostante, questo no: solo, non lo guardava mai negli occhi, né si lasciava avvicinare in alcun modo, quasi fosse terrorizzato all’idea di ogni minimo contatto fisico, anche erroneo, anche scherzoso.

Non che lui volesse accostarsi a lui, eh: perché mai avrebbe dovuto? Subaru-kun era delizioso, ma nient’altro.

Che diamine c’era, allora, che non quadrava?

Si era convinto che trovare il vampiro e tenerlo con sé sarebbe stato il punto di arrivo della sua caccia: ma adesso quel desiderio feroce, che lo aveva trascinato da un capo all’altro dell’universo, gridando per essere soddisfatto, si era sfilacciato, come l’amara illusione che era.


Su Ao3


Credits & disclaimer

Phantasma © di Michiru, dal 7 gennaio 2007
Tutte le fanfictions ed alcuni dei banner che troverete qui sono © di Michiru, le canzoni, le citazioni ed i personaggi appartengono invece ai rispettivi autori. E' assolutamente vietato prelevare qualunque cosa da questo sito senza mio esplicito permesso. Sito non a scopo di lucro.
Layout © Juuhachi Go
Patterns © Photoshop Stock