Long Way Home ~ Capitolo 23: Fratelli

Mezza Tabella Maledetta TRC Seishiro, 46. Specchio

Il regno di Nihon scomparve davanti ai suoi occhi, gli sbuffi di Fu-chan ancora nelle orecchie.

Non gl’interessava del gentile invito dell’Imperatrice, non quando era ormai certo che i vampiri fossero ad un passo da lui: stavolta ne era certo, non poteva sbagliare.

E poi, suo fratello poteva sentirlo quando voleva, tramite lo specchio che un tempo aveva usato per parlare con Yuuko, come aveva fatto fino a quel momento.

Eppure… eppure era stato abbastanza scioccante ritrovarselo davanti così.

Un conto era stato, per anni, vederne il viso in uno specchio, notare come l’ovale perdeva le rotondità infantili ed acquistava i tratti più decisi di un giovane uomo, come gli occhi smettevano di essere i due enormi specchi di un animo buono, perennemente di buon umore, che ridevano anche quando la bocca rimaneva in una posa più seria; un conto era stato trovarselo di fronte, al fianco, e vederlo così… beh, alto, innanzitutto.

Per un istante aveva pensato che era abbastanza buffo che fosse lui, adesso, a doverlo guardare dal basso in alto, mentre, l’ultima volta che si erano incontrati, lo aveva tenuto in braccio; poi, forse per la prima volta, si era reso conto che… che il tempo era passato.

Gli anni erano passati.

Non ci aveva mai fatto troppo caso, visto che lo scorrere del tempo mutava a seconda del mondo nel quale ci si trovava, ma aveva potuto vederlo in Fu-chan, che era ormai un uomo, mentre l’immagine che gli rimandava lo specchio impolverato, appeso sopra il lavandino della sua stanza d’albergo, era, da anni, quella di un adolescente.

Anche Shaoran-kun era cresciuto: il suo volto stava perdendo lentamente le fattezze del bambino che aveva incontrato, assumendo sempre di più i lineamenti dell’uomo che sarebbe diventato; anche i suoi compagni di viaggio, il samurai e il mago erano cambiati: il primo aveva uno sguardo diverso, rivolto a proteggere il suo gruppo più che al piacere personale di combattere, e il secondo… Il mago era diventato come lui.

Per un istante, quello necessario per riconoscere un suo simile, si era avventato su di lui, morso da un sentimento di orrendo fastidio all’idea che il sangue che aveva bevuto fosse quello di Subaru; ma poi gli era stato risposto, con un bel sorriso, che era Kamui ad averlo salvato, e di colpo lo aveva lasciato andare, così sollevato da sorridere anche lui.

Tutti erano cambiati, tranne lui.

I vampiri non sono immortali: invecchiano più lentamente, sono immuni alle malattie e guariscono con incredibile velocità dalle ferite; ma il tempo a loro disposizione si dilata spaventosamente, rispetto a quello di un essere umano; lo sapeva a livello teorico, ma non aveva avuto mai modo di rendersene conto, prima.

Fu-chan era diventato un uomo.

Un giorno sarebbe diventato ancora più alto di lui, sarebbe diventato un adulto a tutti gli effetti, mentre lui sarebbe rimasto un ragazzo; non che questo gli dispiacesse, solo… solo, per un istante, gli aveva attraversato la mente l’idea che lui avrebbe vissuto molto più a lungo di suo fratello: che lo avrebbe visto invecchiare e morire, e probabilmente, quel giorno, lui sarebbe a malapena arrivato ad avere l’aspetto che Fu-chan aveva nel mondo di Nihon.

Scosse il capo, sciacquandosi il viso con l’acqua fredda.

Non ancora.

Quei pensieri potevano aspettare, e poi non erano da lui.

Era ai suoi due simili a cui stava dando la caccia, che doveva pensare: era quasi fatta, lo sentiva, e li avrebbe trovati, e quel folle inseguimento avrebbe avuto fine; per questo aveva ceduto a Shaoran-kun la piuma: non ne aveva più bisogno, lui, poiché le poche possibilità di viaggiare che gli rimanevano erano sufficienti per portare a termine la sua caccia. Shaoran-kun, che adesso aveva uno sguardo identico al suo, quello di un uomo che ha uno scopo e che sacrificherà tutto e tutti pur di raggiungerlo, ne aveva più bisogno di lui.

Era quasi fatta.

Ma l’immagine che gli rimandò lo specchio, un istante prima che spegnesse la luce, era stranamente malinconica.


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