Klaine Advent 2015 - Giorno 9

Klaine Advent 2015, 9 - "We’re strangers and your hair is perfect except for that one strand that flew lose and it bothers me"

I viaggi in metro erano una noia: quando riusciva ad accaparrarsi un posto a sedere, Blaine temeva sempre di addormentarsi e venire derubato anche degli organi interni – non si può mai dire, a New York.

Quel giorno la metro era mezzo vuota, tanto che poteva guardare davanti a sé e vedere la fila di sedili dall’altro lato del vagone: oltre ad una signora elegante piena di borse, un paio di uomini in giacca e cravatta, un ragazzo attirò la sua attenzione; avrebbe potuto essere un modello, tanto era snello, slanciato e ben vestito – elegante, ma senza sembrare uscito da un negozio di abiti per cerimonie. Aveva le cuffie e guardava il cellulare che aveva tra le mani, sorridendo di tanto in tanto (un video divertente su Youtube? Il messaggio di un corteggiatore? Il menu della cena da parte di un genitore?), così che Blaine poteva scoccargli occhiate sempre più spesso senza timore di essere notato.

C’era una sola cosa che lo disturbava profondamente in lui: il ciuffo.

Era un ciuffo piccolissimo, sfuggito chissà come dall’acconciatura tenuta solidamente dalla lacca, e ondeggiava dal lato opposto al resto dei capelli, sballonzolando ad ogni scambio della metro.

E lui non poteva fare a meno di fissarlo, perché se c’era qualcosa che Blaine conosceva alla perfezione e odiava con assoluto fervore, erano i capelli che non volevano rimanere al loro posto – oh, spendeva più lui in prodotti per capelli che la maggior parte delle ragazze che conosceva; quel ciuffo ribelle non rimaneva dove doveva perché era più corto degli altri, e perché era sera e chissà quando era stata l’ultima volta che il suo proprietario aveva avuto l’occasione di dargli un’occhiata.

E lo sapeva che era stupido, e creepy e molto da OCD, ma non riusciva a smettere: fosse stato per lui, si sarebbe alzato per rimetterlo al suo posto, ma ci mancava solo una denuncia per molestie sessuali da parte di un forse modello terrorizzato dalle sue assurde fissazioni.

Però non riusciva a smettere di tornare a guardarlo, ogni pochi secondi.

Smettila, Blaine, si disse, se alza lo sguardo ti prenderà per matto.

Ma poi la metro passava su uno scambio, o si fermava e ripartiva, e il ciuffo ondeggiava, provocatorio.

Smettila, tentava di dirsi, esasperato da se stesso.

Alla fine giunse la sua fermata: si alzò con un sospiro, dicendosi che almeno avrebbe potuto andare a curare la sua creepyness in un luogo dove nessuno potesse vederlo, quando, passando accanto al ragazzo, quello gli scoccò un’occhiata (era un rossore, quello che aveva sulle guance?) e si alzò anche lui, seguendolo fuori dalla metro; credette di esserselo immaginato (sul serio, uno come quello lì che lo guardava?) e si avviò verso le scale mobili.

– Ehm... scusami?

Blaine si voltò, non riconoscendo la voce: era il forse-modello della metro (e l’offensivo ciuffo scomposto era lì. E lo fissava. Ecco, il manicomio ti attende, si disse, adesso ti senti fissato da un ciuffo di capelli) – ... Sì?

Il ragazzo si guardò gli stivali (gran begli stivali, dentro cui si infilavano i jeans più meravigliosamente stretti che avesse mai visto) e fece, imbarazzato – Ho sbagliato fermata.

– Oh. Mi dispiace. Posso aiutarti?

– Dovrei andare a Bushwick.

– Ti accompagno a guardare il pannello degli orari?

– Sì! – esclamò il quasi-modello, diventando paonazzo subito dopo – Volevo dire... gentile da parte tua; non sono mai sceso qui e non so conosco--

– Per di qua, prego – non avrebbe detto di no all’occasione per scambiare due parole con quel ragazzo – Oh, io sono Blaine. Sai, per non continuare a parlarci senza fare giri di parole.

– Kurt – rispose il ragazzo, sorridendo come se fosse... sollevato? – Sono stato fortunato a trovare un newyorkese disposto a darmi una mano, quando sbaglio treni, o strada, mi sembra sempre di essere ancora una matricola appena trasferita.

– Oh, non sono di qui, magari – rise Blaine – Sono dell’Ohio.

– Ma dai – esclamò Kurt – Anche tu?

– Non mi dire!

– Lima.

– Westerville!

– Dovevamo venire a New York per incontrarci – rise, decisamente imbarazzato, Kurt.

Il pannello degli orari recava brutte notizie: il primo treno per Bushwick non sarebbe passato prima di un’ora.

– Così la prossima volta imparo – sospirò Kurt.

– Posso-posso farti compagnia – si affrettò a dire Blaine – C’è un cafè, qui fuori, se non-insomma, se non hai di meglio da fare.

L’altro sembrò illuminarsi – Magari.

 

*

 

Il cafè era poco affollato e Blaine si sentì in diritto di fare gli “onori di casa”, stupito dall’espressione beata con cui Kurt lo lasciava fare: ordinò per entrambi e tornò a sedersi.

E il maledetto ciuffo era ancora lì.

Ma il sorriso di Kurt, poco più sotto, lo distraeva molto di più.

 

*

 

Finì che quasi persero il treno e si ritrovarono a correre verso la metro: Kurt salì al volo, ansimando e ridendo (non avevano quasi fatto altro nell’ultima ora), e al ciuffo di prima si erano aggiunti altri ribelli – Grazie per il caffè.

– È stato un piacere.

– Dovremmo... rifarlo.

Blaine sentì mancarsi il respiro – Assolutamente sì.

Kurt tese la mano per avere il suo cellulare e scrisse velocemente il suo numero, riconsegnandoglielo proprio mentre le porte si stavano chiudendo.

Blaine si chiese se era il caso di aspettare, ma vedere il viso del ragazzo che spariva con il treno gli aveva lasciato uno strano languore nel petto.

 

Da Numero sconosciuto

Hey. Sono Blaine.

 

Da Kurt

Speravo che mi scrivessi.

 

Da Blaine

Perché non avrei dovuto? Non so da  quanto non mi divertivo così!

 

Da Kurt

Beh, non pensavo di poter essere interessante per uno come te

 

Da Blaine

Uno come me?

 

Da Kurt

Ti sei guardato in uno specchio, recentemente? O i capelli li pettini alla cieca?

 

Da Blaine

Ti ho scambiato per un modello, Kurt.

 

Da Kurt

Aww.

 

Da Kurt

Posso dirti un segreto e far sparire tutto il mio alone di charme?

 

Da Blaine

Ne dubito. Spara!

 

Da Kurt

Non sono sceso alla fermata sbagliata: sono sceso perché stavi scendendo anche tu e volevo un’occasione per parlarti.

 

Da Kurt

Ecco, ora puoi giudicarmi.

 

Da Blaine

Dire che sono lusingato è un eufemismo

 

Da Kurt

Sul serio?

 

Da Kurt

Va beh che dovevi aspettartelo

 

Da Blaine

Cioè?

 

Da Kurt

Hai passato tutto il viaggio a fissarmi! Un ragazzo può cullare delle speranze, ogni tanto!

 

Da Blaine

Posso dire anch’io un segreto che mi renderà molto molto giudicabile?

 

Da Kurt

... sì?

 

Da Blaine

Avevi i capelli più perfetti che avessi mai visto su un uomo (ecco perché pensavo fossi un modello, tra le altre cose), ma avevi un ciuffo fuori posto e non riuscivo a smettere di guardarlo.

 

Da Kurt

Ah

 

Da Kurt

Oh mio Dio, pensavo di essere il solo ad avere quelle fissazioni

 

Da Kurt

Ho sempre paura che prima o poi qualche donna mi denunci per stalking, quando vorrei solo dire “SISTEMA QUEL DANNATO CIUFFO!”

 

Da Blaine

OH, GRAZIE AL CIELO!

 

Da Blaine

Abbiamo una OCD in comune! Da domani potremo guardare insieme i capelli sottosopra della gente e rischiare di essere denunciati insieme!

 

Da Kurt

È la proposta più romantica che abbia mai sentito

 

Da Blaine

Lo so, sono un talento naturale

 

Da Kurt

Non so se sono più sconvolto per il fatto che avevo i capelli fuori posto o per aver creduto che tu mi guardassi perché eri interessato a me

 

Da Blaine

Kurt. Ero interessato a te.

 

Da Kurt

Oh. Quindi non fissavi solo il ciuffo traditore?

 

Da Blaine

Anche. Sono felice di averlo fatto

 

Da Kurt

Sono felice anch’io


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