Klaine Advent 2015 - Giorno 16
Il ruggito sembrò scuotere l’intero castello: Kurt si svegliò di soprassalto, quindi afferrò il cuscino, se lo premette sulla testa e si nascose quanto più poteva sotto le coperte.
Non invidiava per niente gli abitanti di quel posto da incubo e trovava inconcepibile l’ottimismo con cui vivevano la loro disumana condizione – ma soprattutto come potevano continuare a servire e coesistere senza morire di spavento sotto lo stesso tetto di quel mostro.
Oh, suvvia, suvvia, lo aveva rincuorato Wes, l’orologio a pendolo, il primo giorno, Sua altezza può sembrare feroce, ma posso garantirle che non ha mai ucciso nessuno.
O ferito. È più facile che demolisca i mobili, perciò stia allegro!, aveva rincarato Jeff, il candelabro dorato.
Beh, a lui non interessava niente: il padrone di casa aveva una cicatrice che gli solcava il viso, i capelli ricci selvaggi, come se non li pettinasse da secoli, lo sguardo torvo e gli occhi scuri, quasi neri, che facevano spavento; il castello era spesso scosso da grida che sembravano ruggiti (e a volte, nelle notti di luna piena, gli sembrava lo diventassero proprio), e non gli importava cosa borbottassero i domestici, che deliravano di vero amore erompere il maleficio.
Lui voleva solo tornare a casa.
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